La terminologia che descrive il microbioma si è evoluta sulla base dei progressi della ricerca. Le definizioni fornite di seguito rappresentano la terminologia più recente riflessa nella letteratura scientifica attuale e nelle dichiarazioni comuni degli esperti.
Il microbioma è la raccolta completa dei microrganismi (il microbiota), i loro geni e il loro microambiente (habitat) in un'area specifica. L'analisi del materiale genetico è il modo in cui gli studi più recenti identificano il microbiota, ma i termini microbioma e microbiota vengono spesso utilizzati in modo intercambiabile, fatta eccezione per la ricerca scientifica.1 I sottogruppi del microbioma comprendono il viroma (virus), il micobioma (funghi) e l'archeoma (archei; questi organismi somigliano ai batteri, ma sono un dominio distinto).2 Si tratta di un ambiente dinamico con interazioni complesse e metabolismi interconnessi.3
Il mantenimento di una popolazione di batteri intestinali diversificata ed equilibrata è essenziale per una buona salute.
La disbiosi è uno squilibrio del microbioma e può avere effetti avversi sulla salute dell'ospite.4 La disbiosi del microbioma intestinale è stata associata a infezioni gastrointestinali, obesità, allergie, condizioni autoimmuni, disturbi cognitivi, enteropatie croniche e altro.4,5 Tuttavia, resta da vedere se questa associazione rappresenti la causalità o solo una correlazione, indipendentemente dal fatto che la disbiosi sia un sintomo o una causa.5
I prebiotici sono substrati, come fibra e amido resistente, che vengono utilizzati selettivamente dai microrganismi ospiti, conferendo un beneficio per la salute.6-8
L'obiettivo finale dell'integrazione di prebiotici è il miglioramento del microbiota intestinale. Tuttavia, i prebiotici hanno effetti benefici propri, tra cui il miglioramento della salute dell'intestino stesso. I prodotti primari del metabolismo dei batteri prebiotici includono acidi grassi a catena corta, quali butirrato e propionato, che offrono effetti benefici.9 I prebiotici interagiscono inoltre in modo diretto con le cellule dell'ospite, modulando la segnalazione delle cellule epiteliali intestinali e del sistema immunitario, regolando l'infiammazione e la funzione di barriera.9
I prebiotici facilitano cambiamenti specifici nella composizione e/o nell'attività della microflora intestinale, che comportano benefici al benessere e alla salute dell'ospite.8
I prebiotici più comunemente utilizzati sono carboidrati fermentabili non digeribili.
Purina utilizza come prebiotici l'inulina purificata, l'aleurone di frumento, la radice di cicoria e lo psillio. L'inulina viene estratta dalla radice di cicoria attraverso un processo in acqua calda e, grazie a un ulteriore trattamento, viene estratto l'oligofruttosio. Concentrazioni naturalmente elevate di inulina possono essere reperite in alimenti quali aglio, cipolla, carciofo e porro. L'aleurone di frumento si trova come singolo strato di cellule tra la crusca e l'endosperma del chicco di frumento.
I probiotici sono un esempio di intervento nutrizionale che può aiutare, attraverso una serie di meccanismi, a ridurre l'eccessiva proliferazione di patogeni e portare il microbiota verso specie batteriche più benefiche.8,9,13
Negli ultimi anni, i probiotici si sono affermati come metodo sicuro e innovativo per il mantenimento di un microbiota intestinale sano e in grado quindi di favorire una buona salute dell'animale. La definizione tecnica di probiotici è: "microrganismi vivi che, se somministrati in quantità adeguate, offrono diversi vantaggi per la salute dell'ospite."12 I probiotici possono esercitare effetti benefici sul microbioma grazie alla colonizzazione.9
Ad oggi, la maggior parte dei probiotici disponibili appartengono ai generi Lactobacillus, Bifidobacterium e Streptococcus.8 Probiotici diversi offrono benefici diversi e ciascun probiotico deve essere scelto in base al beneficio finale desiderato. Anche all'interno della stessa specie, alcuni batteri possono avere effetti probiotici benefici e altri no; pertanto, è importante testare l'efficacia del ceppo per determinarne i potenziali benefici.
Le combinazioni possono essere complementari (il prebiotico e il probiotico hanno meccanismi e benefici indipendenti) oppure sinergiche (con un prebiotico che è il substrato preferito per il probiotico che lo accompagna).9
I postbiotici sono preparati di microrganismi inanimati e/o loro componenti che offrono all'ospite un vantaggio per la propria salute.14
Secondo l'International Scientific Association of Probiotics and Prebiotics (ISAPP), i postbiotici sono cellule microbiche deliberatamente inattivate, con o senza metaboliti o componenti cellulari, che contribuiscono a benefici comprovati per la salute.14 Non devono essere derivati dai probiotici e i metaboliti microbici purificati non sono qualificati come postbiotici.14 Nonostante la loro incapacità di replicarsi, i postbiotici possono indurre una modulazione benefica del microbioma.14 I postbiotici possono migliorare la funzione di barriera dell'epitelio, modulare le risposte metaboliche sistemiche e le risposte immunitarie locali e sistemiche.14 Esistono inoltre prove che suggeriscono come i postbiotici possano influenzare l'asse intestino-cervello.14 I postbiotici offrono un'alternativa quando l'uso di probiotici vivi non è indicato.8,14 I postbiotici sono stabili e hanno una lunga durata di conservazione, e alcuni di essi potrebbero non perdere la propria bioattività se somministrati insieme ad antibiotici o antimicotici.8,14 Analogamente a quanto accade con i probiotici, anche per i postbiotici gli effetti sono specifici per ciascun ceppo. Un probiotico vivo e la sua controparte postbiotica non hanno necessariamente proprietà simili e non necessariamente postbiotici efficaci devono derivare da ceppi con effetti probiotici noti.
I microrganismi non replicanti sono microorganismi sottoposti a trattamento termico, insieme al loro terreno di coltura, noti per influenzare positivamente la salute anche dopo essere stati inattivati (resi incapaci di replicarsi) e, pertanto, vengono considerati postbiotici.14